SACE - Focus On Where to Export Map 2024: innovare per crescere

Internazionalizzazione

L’Export Opportunity Index di SACE, conferma gli Stati Uniti, gli Emirati Arabi Uniti, la Spagna e l’India come i mercati dalle maggiori prospettive per l’export italiano, seguite da Arabia Saudita, Qatar e Cina. La spinta green e digital dei piani d’investimento di USA e Spagna rende i prodotti Made in Italy molto richiesti e le strategie di diversificazione dell’economia dei mercati mediorientali faranno crescere la domanda di beni italiani. Le imprese italiane potranno inoltre cogliere opportunità in mercati, come Corea del Sud e Vietnam, dove il potenziale per l’export di beni non è sempre pienamente espresso, o rafforzare la loro presenza in altri, come Messico e Brasile, dove i governi puntano, rispettivamente, su rafforzamento della manifattura locale e programmi d’investimenti sostenibili.

Nel 2024 il commercio internazionale di beni è atteso tornare crescere a un ritmo dell’1,7% in volume (+4,4% i servizi) grazie all’allentamento delle condizioni finanziarie globali, nonostante vi siano rischi legati alle criticità lungo le catene globali di fornitura  e a un clima di elevata incertezza globale, acuito dalle rinnovate tensioni sul Mar Rosso (il cui impatto è al momento ritenuto non persistente per le imprese italiane che vedono passare da lì rispettivamente il 7% e il 16% del loro export e import di beni).

Il quadro dei rischi SACE evidenzia un lieve miglioramento nonostante le complessità del contesto. Il 2024 infatti presenta note positive per i rischi del credito da Oriente a Occidente, anche se permangono alcune attenzioni per il continente africano dove vi sono comunque mercati di opportunità per le imprese italiane, tra cui Marocco, Senegal e Costa d’Avorio. Il miglioramento è frutto soprattutto del consolidamento di alcuni Paesi di rilievo in termini economici e demografici (Brasile, Messico, Emirati Arabi Uniti, India) che hanno rinforzato i già positivi risultati dell’anno precedente, agganciando il trend di recupero della domanda globale e di altri che hanno confermato le crescenti potenzialità (Vietnam, Arabia Saudita, Oman).

Più eterogeneo il quadro del rischio politico globale che, seppur stabile nei livelli, risente dell’impatto dei numerosi conflitti sulla componente della violenza politica. Il deterioramento è evidente non solo nei Paesi coinvolti direttamente nei conflitti più o meno recenti (dopo Russia e Ucraina anche Israele e Territori Palestinesi), ma anche in mercati che scontano l’incertezza circa il possibile ampliamento delle tensioni (Iran) o caratterizzati da un incremento delle tensioni sociali (Egitto, Tunisia), di natura etnica o territoriale (Armenia, Azerbaijan, Serbia, Kosovo, Taiwan) e di forte instabilità istituzionale (Niger, Gabon).

L’indice di rischio di cambiamento climatico presenta un quadro eterogeneo tra le diverse regioni, su livelli significativi per gran parte dei Paesi. Africa, Asia, America centrale e parte settentrionale dell’America latina presentano i livelli più elevati e con consistenti peggioramenti previsti per gli scenari futuri, mentre sono attesi miglioramenti per i Paesi avanzati e il Medio Oriente, confermando la validità delle strategie di investimento messe in atto dai vari governi per combattere il cambiamento climatico.

Per ulteriori informazioni sul rapporto SACE, è possibile consultare il seguente link: https://www.sace.it/studi/dettaglio/focus-on-where-to-export-map-2024-innovare-per-crescere

18 marzo 2024

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