Sanzioni da Russia: brevetti e loro utilizzo
Commercio estero internazionalizzazione
Con decreto numero 299 del 6 marzo 2022, il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, ha conferito al proprio Governo il potere di emanare licenze obbligatorie di brevetto (e non solo), senza riconoscere alcun indennizzo ai titolari dei diritti di proprietà intellettuale appartenenti a “stati e territori stranieri che hanno commesso atti ostili contro la Federazione russa”. In particolare, a partire dal 6 marzo, il Governo russo potrà autorizzare lo sfruttamento di brevetti, modelli di utilità e/o disegni e modelli, senza ottenere il consenso dei titolari appartenenti ai “paesi ostili” e senza corrispondere ad essi alcuna forma di remunerazione o indennizzo.
Cosa prevede il decreto:
La licenza obbligatoria di brevetto era già prevista nell’ordinamento russo e, in particolare, disciplinata dall’articolo 1360 del codice civile nazionale. Già in base a tale disposizione, il Governo poteva autorizzare l’utilizzo di diritti di brevetto per invenzione e altri diritti di proprietà intellettuale per far fronte a casi estremi, anche legati alla difesa e alla sicurezza dello Stato russo. Tuttavia, al legittimo titolare del diritto doveva essere sempre corrisposto un “equo compenso”, determinato ai sensi di un decreto del 2021 (decreto n. 1767 del 18.10.2021), in una misura non inferiore allo 0.5% del reddito effettivo derivante dalla produzione e vendita dei beni e servizi oggetto di licenza.
Il legame con l’accordo TRIPs
Così come disciplinata, la licenza obbligatoria prevista era in linea con gli Accordi internazionali in materia di proprietà intellettuale e, in particolare, con l’Accordo TRIPs (Agreement on Trade-related Aspects of Intellectual Property Rights, TRIPs). Si ricorda infatti che l’articolo 31 dei TRIPs prevede delle garanzie minime per il titolare dei diritti di proprietà intellettuale, tra cui la corresponsione di un “equo” compenso in caso di licenza obbligatoria o utilizzo senza consenso dei suoi diritti.
Sparisce anche l’equo compenso
Lo scorso 6 marzo, con l’emendamento al decreto del 2021 all’apparenza soltanto formale, il Governo russo ha invece completamente annullato la misura del compenso per i titolari appartenenti ai Paesi ostili, di fatto legittimando il libero sfruttamento di alcuni diritti di proprietà intellettuale, anche contro il consenso del titolare e senza riconoscere ad esso alcuna forma di compenso o indennizzo. La misura sanzionatoria di recente approvazione potrebbe avere un ambito di applicazione molto ampio: la licenza obbligatoria nell’ordinamento russo può infatti avere ad oggetto non solo brevetti per invenzione, ma anche modelli d’utilità, disegni e modelli e, secondo un’interpretazione più estensiva, anche i diritti relativi ai software.
L’estensione territoriale
Inoltre, come previsto letteralmente dallo stesso decreto del 6 marzo, la misura sanzionatoria potrà applicarsi non solo alle società costituite o con sede in uno dei Paesi ostili, ma anche ai soggetti il cui “profitto principale” risulti generato o attribuibile a uno o più di tali Paesi, tra cui, ricordiamo, vi sono tutti gli Stati membri dell’Unione europea, ma anche il Canada, il Liechtenstein, il Principato di Monaco, la Nuova Zelanda, la Norvegia, la Corea del Sud, San Marino, Singapore, gli Stati Uniti, Taiwan, Montenegro e la Svizzera.
L'Ufficio Economico della scrivente resta a disposizione per ogni eventuale chiarimento necessario.