La riforma pensionistica

Il punto

In vista del termine imminente di Quota 100, la misura sperimentale di anticipo della pensione che scade il 31 dicembre prossimo, c'era molta attesa per l'aggiornamento del documento di programmazione economica presentato ieri dal Governo.

Al momento in Parlamento sono attualmente depositati ben 9 disegni di legge di riforma della previdenza.

Vediamo di seguito le ultime proposte  emerse:

1) La proposta della Corte dei conti è dare a tutti la possibilità di pensionamento anticipato che è già prevista per i lavoratori interamente contributivi (chi ha cominciato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996):

- a 64 anni 

- con almeno 20 anni di versamenti 

- con trattamento di importo pari a 2,8 volte l’assegno sociale da circa 460 euro mensili

In questo caso la soluzione dal punto di vista dell' assegno  sarebbe  il calcolo “contributivo” per tutti.

2) La Commissione tecnica di studio sui lavori gravosi, istituita dal Governo precedente ha messo a punto  in questi giorni un elenco delle mansioni  da considerare gravose o usuranti sulla base degli indici di infortuni e malattie professionali  superiori alla media.

In questo modo si amplierebbe la platea di chi puo’ avere accesso anticipato alla pensione (non è ancora chiaro se riguardera’ solo l'anticipo con APE SOCIALE).

3) L'istituzione di nuovo Fondo per i pensionamenti anticipati ai lavoratori a rischio licenziamento o cassa integrazione nelle aziende in crisi e nelle aziende interessate alla transizione digitale e verde, sempre con almeno 62 anni di età e 38 di contributi.

4) La proposta dell’INPS è una pensione anticipata a 62-63 anni (con almeno 20 anni di versamenti) con un assegno parziale, relativo alla sola parte di pensione maturata con il metodo contributivo, spostando l'erogazione della parte retributiva a partire dai 67 anni necessari per accedere alla pensione di vecchiaia.

5) La proposta unitaria di CGIL CISL e UIL in cui si chiedeva:

 - flessibilità nell’accesso alla pensione, senza penalizzazioni per chi ha contributi prima del 1996, a partire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.

- ridurre i vincoli che nel sistema contributivo condizionano il diritto alla pensione a  determinati importi minimi del trattamento (1,5 e 2,8 volte l’assegno sociale), penalizzando  i redditi più bassi

 - modificare l’attuale adeguamento delle condizioni pensionistiche alla speranza di vita, doppiamente penalizzante perché agisce sia sui requisiti anagrafici e contributivi  sia sul calcolo dei coefficienti di trasformazione.

- rafforzamento dei contratti di espansione e della isopensione (la pensione anticipata della legge Fornero)

 - sostegno alle categorie più deboli (disoccupati, invalidi , caregiver, lavori gravosi e usuranti). Vanno garantite strutturalmente condizioni più favorevoli

- ampliamento della platea dei lavori gravosi ed usuranti anche a coloro che svolgono attività lavorative con esposizione a materiale nocivo e a coloro che hanno una malattia professionale riconosciuta dall' Inail e  per chi è affetto da  malattie che determinano un’attesa di vita più bassa.

- rafforzare l'utilizzo della previdenza complementare con una massiccia campagna di informazione per i lavoratori e un semestre di adesione attraverso il  silenzio assenso.

Per ogni ulteriore chiarimento rimane a disposizione l'Ufficio Sindacale nella persona del dott. Alberto Virgili

30 settembre 2021

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