Manovra: serve agire sul cuneo fiscale, riducendo i contributi di 2/3 per i lavoratori e di 1/3 per le imprese
Così Bonomi, Presidente Confindustria, intervistato dal Corriere della Sera
“Durante la pandemia abbiamo contratto un debito emergenziale molto forte, che si aggiunge al precedente, già su livelli record: per poterlo ripagare, è necessaria una crescita solida e strutturale. Tuttavia, in questa Manovra, mancano le misure per spingere questa crescita, a partire dal fisco”. Così Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, in un’intervista al Corriere della Sera. “Sugli interventi fiscali servirebbero almeno 13 miliardi, 8 sono pochi - ha proseguito Bonomi. Una delle criticità riguarda l’assenza di un indirizzo di riforma da parte del Ministero dell’Economia, con la conseguente aggregazione delle diverse richieste dei partiti e l’assenza di un intervento complessivo”. L’intesa raggiunta dai partiti, infatti, prevede di tagliare di 7 miliardi il prelievo Irpef e di 1 quello Irap. “Nell’Irpef non c’è un reale sostegno alle fasce più deboli e lo sconto maggiore si concentra sulla fascia di reddito tra 40 e 45mila euro. Per le imprese, invece, non è previsto alcun tipo di sostegno e, anzi, sono stati proposti degli interventi che minano la crescita delle aziende, come il decalage su Transizione 4.0, l’abolizione del Patent box e la modifica del riallineamento patrimoniale degli asset delle imprese”, ha spiegato Bonomi, secondo il quale “bisognerebbe tagliare il cuneo riducendo di 2/
Nel VCO, il Presidente di Unione Industriale, Michele Setaro, fa eco alle dichiarazioni di Bonomi, affermando: "Gli incoraggianti dati economici di questa fine d'anno, la tendenza alla crescita della produzione prevista per il prossimo biennio, la recente promozione dell'Italia da parte dell'agenzia di rating Fitch, sono tutti elementi positivi a favore di una ripresa economica robusta, che non può rischiare di essere messa a repentaglio da una manovra economica debole e da misure fiscali poco incentivanti".