Unione Industriale VCO

Il problema dei sacchetti bioalimentari non deve punire la ricerca novarese

Lo scorso Giovedi 4 gennaio – sulle pagine de La Stampa – l’amministratore delegato della Novamont di Novara ha dovuto giustificare il lavoro di oltre trent’anni di ricerca e innovazione tecnologica, per difendere l’operato scientifico dal sospetto che la recente norma onerosa, a carico del consumatore, fosse un regalo del governo alla società novarese. La cosiddetta “chimica verde” appartiene al nostro paese così come negli anni sessanta l’industria del polimero aveva caratterizzato e premiato per ricerca e successi scientifici l’innovazione italiana.

Appare difficile intervenire su un tema già così esageratamente dibattuto in questi giorni, senza correre il rischio di alimentare una polemica fin troppo esasperata sui sacchetti biodegradabili per uso alimentare. Eppure serve sostenere il tema della ricerca e dello sviluppo biocompatibile, quindi del lavoro e dell’occupazione. Un tema che forse poco arriva al consumatore finale quando deve provvedere alla spesa quotidiana con l’esborso di 1/2 centesimi in più per il costo del sacchetto, che poi in termini di entità annuale sembra essere stimato in circa 15 euro per famiglia.

E’ indubbio che in questo periodo preelettorale a poco possano servire le ragioni della ricerca e dell’impresa Italiana, che da un decennio versa in uno stato di difficile transizione a causa di una crisi che solo di recente sembra fornire qualche segnale di ripresa.

E’ opportuno sottolineare tuttavia come la genialità e la perseveranza dell’impresa italiana, che oggi continua ad essere un riferimento mondiale in settori diversi, si fonda per tecnologie e innovazione in uno strato unico di grande spessore e orgoglio nazionale.

La battaglia dei sacchetti biodegradabili, con 15 euro all’anno stimati per famiglia, nulla centra con la capacità italiana di fare impresa e innovazione, e non può essere il caso Novamont a sostenerne le responsabilità. Così come il tema della sostenibilità ambientale, che appartiene alla collettività, non può e non deve essere strumentalizzato ai fini speculativi o elettorali. Probabilmente la polemica sovralimentata dei sacchetti forse nemmeno centra, in termini oggettivi, con i costi della famiglia italiana che – a fronte di oneri ben più pesanti come quelli dell’energia elettrica, del gas, della benzina, della casa, solo per citarne alcuni – è mediamente costretta a subire con grande spirito di rassegnazione.

L’Unione Industriale del Verbano Cusio Ossola sostiene sempre la ricerca e lo sviluppo dell’impresa, se non sussistono ragioni diverse che possano confondere il tema del lavoro con quello della speculazione “politicamente scorretta”.

Ufficio Stampa Unione Industriale VCO

08 gennaio 2018

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